Depressione

La teorizzazione dell’approccio cognitivo-comportamentale ha mosso i suoi primi passi proprio a partire dall’osservazione di pensieri tipicamente depressivi: la depressione comporta la svalutazione continua di se stessi, una eccessiva autocritica e la convinzione di non essere degni di amore e di semplici attenzioni. Il mondo è considerato un luogo cattivo e infelice, e la persona dedica buona parte del suo tempo a rimuginare sul proprio passato o sul proprio futuro con sconforto e sfiducia.

Nella terapia della depressione, sarà necessario tenere presente la centralità dei sentimenti di abbandono, solitudine e mancanza di supporto; la persona opera una costante valutazione negativa della realtà, che diviene un vero e proprio bias cognitivo: gli “occhiali” che vengono indossati per interpretare i fatti della vita riflettono uno stato d’animo negativo, e il primo passo è quello di verificare la natura distorsiva di questa visione, prendendo in esame i singoli episodi del quotidiano insieme al terapeuta. A ciò si aggiunge una necessaria e graduale pianificazione comportamentale, che comprenda attività e diari giornalieri da svolgere durante la settimana tra una seduta e l’altra.

Bibliografia:

Beck, AT (1967) La Depressione. Tr. It. Boringhieri, Torino 1978

Beck AT, Rush AJ, Shaw BF & Emery, G (1979) Cognitive Therapy of Depression. New. York: Guilford Press.

Ruggiero, GM, Sassaroli S (2013) Il colloquio in psicoterapia  cognitiva. Raffaello Cortina Editore, Milano.