Terapia Ansia

Il disturbo d’ansia generalizzato (DAG) è caratterizzato dalla presenza di ansia o preoccupazione eccessiva rispetto ad una quantità di eventi o attività che il paziente si troverà ad affrontare e che saranno, quindi, fonte, di grande disagio.

Queste preoccupazioni eccessive andranno a incidere negativamente anche su altri aspetti della vita del pazient (lavoro, relazioni interpersonali e sentimentali e così via) , che ne risulteranno compromessi.

Coloro i quali soffrono di questo disturbi sono quindi spesso eccessivamente ansiosi e apprensivi e vivono in una condizione di allarme perpetuo, temendo il verificarsi di eventi negativi.

Solitamente, alla preoccupazione e all’ansia, si associano una serie di sintomi somatici, come irrequieetezza, affaticabilità, difficoltà di concentrazione, insonnia o irritabilità.

La componente somatica di questi disturbi motiva molti pazienti a richiedere, prima di arrivare in psicoterapia, un gran numero di consulti medici specialistici, che non trovano tuttavia alcun riscontro, ma ritardano la diagnosi del disturbo.

La componente fondamentale del disturbo è da ricercarsi nel rimuginio, ovvero un’attività mentale pervasiva e ripetitiva, che chi soffre di DAG mette in atto al fine di crearsi previsioni e valutazioni circa il futuro.

Ne consegue che il tema del controllo sia dominante: chi soffre di disturbo d’ansia generalizzato ritiene che solo avendo il completo controllo, ottenuto tramite il rimuginio, potrà evitare le catastrofi temute. Ma il completo controllo è solo un’utopia e la sua fallimentare ricerca non fa altro che alimentare nel paziente il sentimento di inadeguatezza che è il nucleo centrale di questo disagio.

La terapia cognitiva del disturbo d’ansia generalizzato prevede, al tempo stesso, l’utilizzo di protocolli di dimostrata validità scientifica e la valutazione del singolo paziente, delle sue caratteristiche, della sua storia di vita e delle risorse che può mettere in atto per far fronte al suo disagio.

Insieme al terapeuta, il paziente verrà quindi guidato nell’analisi delle condizioni che hanno portato allo sviluppo del disturbo (storia di vita, fattori predisponenti…). Si valuterà cosa sia avvenuto perché un sistema fondamentalmente funzionante, si sia inceppato arrivando alla comparsa dei sintomi. Si valuterà ciò che mantiene attivo il disturbo e quali pensieri, comportamenti, azioni ed emozioni lo rinforzano. Infine, si indagheranno le risorse del paziente, sia quelle messe in atto finora per far fronte al disagio, sia quelle che sarà possibile utilizzare in futuro.

Una volta chiaro il quadro di cosa abbia portato allo sviluppo e al mantenimento del disturbo, il terapeuta valuterà cosa sia più urgente iniziare: dal rimuginio, dalla credenza di controllo, dal sentimento di inadeguatezza, dall’empowerment delle risorse…

Bibliografia:

Sassaroli S, Lorenzin R, Ruggiero GM (2006). Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Raffaello Cortina Editore, Milano.